Chi siamo

La nostra cifra è una misura: quella che separa e differenzia un’immagine, per quanto completa ed esauriente, da un’icona.
Da immagine sacra per eccellenza l’icona si è fatta, nel nostro mondo, segno profano.
Concentrato di idee, distillate in un unico gesto ad alta intensità, l’icona è contenuto e forma, linguaggio e pensiero, in un profilo preciso e non confondibile migrato dalla tavola bizantina alla scrivania del computer.
Icone.
Molto più del racconto figurato, l’icona esprime il senso stesso del messaggio, restituendo in un solo frammento visivo l’intera narrazione a esso sottesa, la sua missione ideale.
La nostra missione ha a che fare con le idee: progettiamo contenuti e diamo loro forma.
Contenuti e forma determinano l’identità di un’impresa: la sua reputazione.
Trasmettiamo il pensiero attraverso il segno e, con esso, il carattere umano e gli intenti sociali di chi vi si riconosce.
Come un’icona, appunto.
Fulvia Strano, Fabrizio M. Rossi

PERSONAGGI E INTERPRETI

FABRIZIO M. ROSSI - Da piccolo sognava di fare la controfigura di Miles Davis nelle scene pericolose o, in alternativa, il ghostwriter di lettere d’amore: la lettura del Cyrano de Bergerac lo spinse in questa direzione, sebbene per breve tempo. Abbandonata infatti la letteratura amorosa per conto terzi, decise che da allora in avanti non avrebbe mai più svolto un lavoro serio. Divenne così un progettista grafico e lo è felicemente tuttora. Quanto alla tromba della sua infanzia, be’, è diventata da tempo un mandolino, strumento più discreto che gli permette di eseguire serenate per fini propri.
fabrizio m. rossi
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CLAUDIA DAMIANI -  A dispetto della fotografia, in cui la bambina mostra una certa passione per i motori, l'aria aperta ed i viaggi on the road del tipo «Baby, salta su, ti basta uno spazzolino: il resto lo troveremo lungo la strada», leggende familiari narrano che all'età di tre anni la piccola già trascorresse interi pomeriggi sfogliando quotidiani. Si racconta anche che due anni dopo sia stata sorpresa a leggere il vocabolario della lingua italiana, dimostrando molto precocemente un profondo interesse per la tipografia, la stampa e la buona scrittura. Oggi ha scelto i mezzi pubblici per esplorare la giungla cittadina - oltre alle suole delle sue scarpe ungheresi – e continua le sue belle letture in metrò (anche perché in moto sarebbe rischioso).
claudia damiani
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MARIALIDIA ROSSI - Scrutare l’orizzonte, scrutare il mondo, scrutare l’anima, scrutare i pensieri, le parole, i significati: insomma, scrutare. Nella chiesa di Santa Maria Sopra Minerva a Roma – rinascimentale fuori, gotica dentro, ma per scoprirlo bisogna entrarci – c’è una cappella con affreschi di Filippino Lippi, il quale ritrae fra gli eretici, con cui disputa Tommaso d’Aquino, una figura con un cappuccio sul capo quale osservatore esterno della vicenda. Ecco, è sempre stato questo il suo sentire, quello di un’osservatrice esterna, un po’ sorpresa, un po’ incantata, un po’ pensosa. E, tanto per fare un giro lungo, il guardare oltre l’ha portata al di là del Don, dove ha trovato compagni di strada del suo cercare, per poi tornare nell’Occidente legittimo a scrutare fra le parole, le frasi, le righe, e scoprire che è nella perfezione del dettaglio che si specchia la grandezza dell’Universo. È bello partecipare ogni giorno, nel proprio lavoro, alla sistemazione di un pezzetto di Universo.
marialidia rossi
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SANDRA ANTONELLI - Sin da piccola ha mostrato subito una certa inclinazione alla stravaganza, tant’è vero che trascorreva interi pomeriggi seduta su una seggiolina – uno sgabello per tavolino – a disegnare e colorare, quando non c’era la mamma a raccontarle fiabe. Invece di pettinare le bambole… Crescendo non è certo migliorata, tanto è vero che dopo la maturità scientifica ha concluso gli studi con un titolo accademico di belle arti, per dedicarsi poi alla progettazione grafica, e perfino all’illustrazione. Si ostina a farlo tuttora, tanto è vero che l’inossidabile amicizia con Fabrizio si perpetua tra le pagine di alcuni preziosi IkonaLiber attraverso cartigli di varia foggia e misura, agghindati per l’occasione d’inchiostro e acquerelli. Qualcosa di buono l’età e gli eventi le hanno portato, però: una sana, invidiabile strafottenza nei riguardi della buona creanza e delle convenzioni; cosa che era già in nuce nella foto, vista l’originalità del cappello, che … neanche Coco Chanel.
sandra antonelli
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MARCO GIOVENALE -  La macchina fotografica è macchina giocattolo, …anche un po’ storta. (Ma pure il fotografato è storto, e forse perfino il lago). C’è comunque più di un sorriso rassicurante, tentativamente ottimista. Altrimenti uno neanche per gioco si dedicherebbe alla fotografia, per quanto in modo ondivago; e non si metterebbe a fare il cercatore (di pagine, di parole). Ma con un lago, un’idea di gioco appunto, e genitori fiduciosi a dar manforte, si può tentare l’avventura, l’inclinazione verbovisiva, in qualche modo.
marco giovenale
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SANDRO NAGLIA - Qualcuno dice di lui che abbia la fortunata tendenza a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. In realtà l’ebbrezza della curiosità, della continua ricerca, il retrogusto della sfida lo hanno guidato negli anni in un continuo peregrinare tra musica, letteratura, cinema, teatro… fino all’approdo sulle sponde di ikonaLíber, dove ha trovato i partner ideali con cui brindare a nuovi progetti di sicuro alto tenore (alcolico).
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FRANCESCO PANDOLFI -  Ancora inconsapevole dei pericoli a cui è soggetto un condottiero lo vediamo, in tenerissima età, alle prese con una palese imitazione del generale Annibale che osa l'impossibile con l'unico elefante sopravvissuto. In realtà cambiò idea ben presto: troppo faticoso. Rinunciò quindi all'amore per Cartagine e cominciò a coltivare quello per la carta: oggi, per lui, l'elefante non può che essere il formato standard per la stampa 70x100 e osare è un verbo che si applica più che altro ai progetti grafici.
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MATTIA COMPAGNUCCI -  Lupo di mare sprezzante del pericolo, sin da bambino è alla continua ricerca di nuove acque da esplorare. A metà tra pirata e marinaio lo vedrete sempre col sorriso in faccia qualsiasi cosa stia accadendo, ma che ci volete fare, è sempre stato un tipo irriverente. Attualmente solca a vele spiegate il mare infinito del web con l’ambizione di poterlo domare e fare suo e, siamo sicuri, testardo com’è ci riuscirà.
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FULVIA STRANO - Nella foto non ride la bimba. Farlo avrebbe significato esporre al ludibrio dei coetanei un disastro ortodontico, fatto di grandi pause dentali ed una pervicace sovrapposizione dei canini sugli incisivi. Piega la testa di lato con fare vezzoso, ma non per civetteria. Piuttosto sfrutta la bambina, precocemente attratta da contrasti cromatici ed effetti luministici, l'ombra diffusa sulla metà del volto per ammorbidire il nero dei baffi imbarazzanti. Bella solo per la mamma, si direbbe, almeno a questa età. La scelta di un profilo storico artistico come vocazione innata e per la vita sembra dunque scontata e più che comprensibile. Quasi un amore ‘a prima vista’.
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ALESSIA ALACEVICH - Di certo la sveglia delle 4:15 non è stata una bella esperienza, molto meglio rimanere comodamente rannicchiata per altre 8 o 9 ore dentro quel mondo fantastico ed al risveglio trovare un bel lattuccio caldo e nutriente. Correva il novembre del 1972 e la sveglia da quel momento sarà sempre una maledizione, a parte per vedere l’alba e fissare nel cuore i colori. Perché poi di colori si è trattato, e le bombolette spray hanno un raggio molto più ampio dei pennelli, ma se non le usi non lo sai. Così il primo tentativo di stencil sulla 126, giornali forbici bombolette gialle blu rosse e… 7 mascherine stile Keith Haring. 126 bianca con 7 fantastiche sagome Haring ed alone colorato stile Padre Pio. Sicuramente sarebbe ancora in giro per la città se non fosse finita nel fosso della Cassia Bis. Meglio il mouse, non lascia aloni, non accelera e soprattutto ci puoi ripensare!
alessia alacevich
MARIA CRISTINA VERÍ - «E allora? Che cosa c’è da guardare? Forza, rimboccarsi le maniche e al lavoro, che questo giardino sembra una giungla!». Ebbene sí, una certa tendenza al comando si è evidenziata sin da piccola. Però a ben guardare sotto il cipiglio imperioso il sorrisetto è benevolo e anche un po’ ironico. Al momento continua cosí, dirige la sua piccola tribú sparsa per il vasto mondo e per lavoro cerca di insegnare ai suoi studenti a non aver paura di quello che non conoscono, a capire che oltre il loro giardino c’è un altro giardino, e poi un altro, e poi un altro, e poi un altro…
maria cristina verí
COLAZIONE DI LAVORO - Due protagonisti dello studio Ikona – Fabrizio M. Rossi e Marialidia Rossi – durante un’importante colazione di lavoro.
colazione di lavoro