pratiche di scrittura asemica
Un volume che raccoglie cinquanta opere di scrittura asemica di Fabrizio M. Rossi, pubblicato da Cambiaunavirgola.
Con saggi introduttivi di Ada De Pirro, Giuseppe Garrera, Marco Giovenale, Pasquale Polidori.
In mostra allo Studio Campo Boario di Roma, 14-23 marzo 2025.
«la figura, l’immagine del crinale, ma più ancora quella del varco, è ben utile, si può pensare, nel caso delle iscrizioni asemiche su pietra di Fabrizio M. Rossi. niente come la pietra incarna l’immagine di un accesso definitivamente chiuso, e niente come la grafia, magari incisa (magari su ferite preesistenti), suggerisce un passaggio di senso, uno spiraglio, qualche itinerario nel labirinto.» (Marco Giovenale).
«La raccolta di sassi che fa Fabrizio M. Rossi nelle sue esplorazioni è una ricerca determinata dal luogo in cui si trova, forme superfici e colori si offrono al suo sguardo e il primo atto creativo sta nella scelta che diventa un lavoro faticoso ma appagante. Le pietre vengono selezionate secondo princìpi empatici. Come risarcimento del “furto” e per consolidare il rapporto con il territorio, Rossi ripulisce gli spazi dei prelievi dai detriti di plastica o altri scarti dell’Antropocene (o Capitalocene).» (Ada De Pirro).
«I sassi vanno raccolti in angoli di strada, tra cespugli, anfratti, erbaccia, vicino a torrenti e rii, già come metafora di marginalità e, sempre, come pietre scartate dai costruttori, e cioè fuori dai sistemi ufficiali e amministrativi delle scritture e degli scribi del faraone. Le scritture asemiche, o meglio tutte le dedizioni e raccolte di scritture di scarto e inutilizzabili per la comunicazione e che rientrano nei valori dell’ingiustificabilità e dell’inservibilità della parola, cercano di aggirare la scrittura, ogni scrittura, come ordine e dettatura del faraone, e la condizione di scrittori, intellettuali e poeti come scribi del faraone. Le informazioni del mondo sono ordini.» (Giuseppe Garrera).
«Negazione o annegazione; ricerca e smontaggio della fine di ciascuna nell’altra; crisi della definizione, senza fine. Pertanto la base costitutiva del lavoro asemico sui sassi dei Ripari di Giobbe è il non. Qualunque cosa si possa dire di queste opere deve comprendere il non, come una botola di sparizione e ricomparsa del (non) dire.» (Pasquale Polidori)
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a stampa:
- € 25,00
- Cambiaunavirgola, Roma. Isbn: 9791298505629
- Pp. 112, f.to cm. 21×25. Con 93 immagini a colori nel testo.
- Stampato su carte ecologiche certificate.
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